
Se amate la cucina romanesca o volete che nel vostro menù non manchino i piatti simbolo della cucina italiana, dovete assolutamente inserire le penne all’arrabbiata, in questo caso arricchite da un ingrediente croccante e saporito..
La forza di questo piatto sta tutta nel suo condimento, in realtà molto semplice da fare, ma caratterizzato da un gusto intenso e da colori vivaci. Unendo pomodori pelati, aglio, olio, peperoncino e Pancetta La Galbaneria, otterrete infatti un sugo rosso vivo e stuzzicante, perfetto per conquistare il palato dei vostri avventori.
Come tocco finale, per profumare e valorizzare il gusto complessivo del piatto, non dimenticate di aggiungere una spolverizzata di prezzemolo e soprattutto di pecorino romano, affidandovi alla bontà del Pecorino Romano D.O.P. Cademartori.
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Per cucinare le penne all’arrabbiata, per prima cosa mettere sul fuoco una pentola piena d’acqua e portarla a bollore.
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Nel frattempo, mondare e tagliare l’aglio e i peperoncini a pezzettini, quindi farli soffriggere in una padella ampia assieme alla Pancetta La Galbaneria tagliata a cubetti e dopo aver fatto riscaldare l’olio extravergine di oliva.
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Successivamente, aggiungere i pomodori pelati tagliati a pezzetti, quindi mescolare con un cucchiaio, salare con metà del sale e lasciare cuocere per 15 minuti.
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Giunta a bollore l’acqua, aggiungere il sale e le penne e lessarle per ottenere una cottura al dente.
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Appena cotte, scolarle bene con un colino, quindi rovesciarle nella padella assieme al sugo e saltarle per un paio di minuti, per fare in modo che prendano bene il condimento.
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Tritare il prezzemolo e grattugiare il Pecorino Romano D.O.P. Cademartori, quindi aggiungerli a pioggia alla pasta.
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Servire le penne all’arrabbiata ben calde.
Una ricetta tipica della cucina romana, le penne all’arrabbiata sono un piatto molto gustoso e piccante, che forse deve l’origine del suo nome proprio alla presenza di ingredienti piccanti e dal sapore intenso, come il peperoncino, l’aglio e il pecorino romano, che sapientemente mischiati assieme portavano un rossore sulle guance di chi le mangiava, simile a quello provocato da un’arrabbiatura.
Quel che è certo è che questo piatto è diventato una delle preparazioni simbolo della cultura gastronomica della capitale, insieme alla carbonara e alla gricia.